Perché la dieta non funziona? Ti spiego 3 cause

Se stai leggendo questo articolo e sei finita nel mio blog, probabilmente è perché hai fatto esperienza di una, due, tante, troppe diete dimagranti senza raggiungere i risultati sperati, o almeno non per lungo tempo.

Forse ti starai ponendo le seguenti domande:

Perché la dieta non funziona?

Dove ho sbagliato?

Perché Tizia è riuscita a perdere peso con quella stessa dieta ed ora è felice, ed io invece sono al punto di partenza? (Probabilmente anche con qualche chilo in più).

Perché non sono abbastanza brava e diligente nel seguire la dieta in maniera rigida?

Perché ad un certo punto non ce la faccio più e sgarro?

Perché tutti riescono a dimagrire ed io no?

Forse non ho abbastanza forza di volontà, non sono brava e quindi merito di non essere magra e felice?

Questi sono solo alcuni dei quesiti che si pongono le mie stesse pazienti e che poi rivolgono anche me; spesso non sono nemmeno più domande ma vengono trasformate in frasi affermative e descrizioni di sé stesse che in realtà poco coincidono con il vero, ma ne sono talmente influenzate da “indossare” in pieno queste rappresentazioni di sé, non riuscendo più a spogliarsene.

Se ti riconosci in queste parole, continua a leggere l’articolo per cercare di capire insieme perché la dieta non funziona e se le domande che ti poni sono quelle giuste.

Partiamo da un dato di fatto: il 95% delle diete non funzionano.

Stiamo quindi dicendo che la quasi totalità delle diete dimagranti non portano ad ottenere la perdita di peso desiderata oppure quel peso viene recuperato dopo poco tempo con gli interessi, innescando in molti casi la famosa Sindrome dello Yo-Yo, ossia quella condizione caratterizzata da fasi cicliche di perdita di peso-recupero di peso.

Solo il 5% delle diete porta a risultati duraturi nel tempo, SOLO IL 5%.

Questi dati sono chiari e devono portarti a riflettere:

se le statistiche dicono questo da anni, allora vuol dire che c’è qualche errore che si ripete nel 95% dei casi e se anche tu rientri in questa percentuale, voglio aiutarti a riflettere su 3 cause che possono contribuire al fallimento delle diete, sottolineando che il problema non sei tu!

Iniziamo con l’evidenziare che la parola dieta oggi viene associata in maniera quasi automatica oltre che erronea, a: dieta dimagrante, restrizioni, regimi, schemi alimentari, rinunce, cibi concessi e cibi non concessi ecc ecc.

Se provate a digitare su Google la parola dieta vi renderete conto ancora di più di questo.

Io ci ho provato e i primi risultati alla mia ricerca sono stati: dieta personalizzata, perdi 20 kg in un lampo, digiuno intermittente, dieta chetogenica.

Pensiamo anche ai film o alle serie TV: ti è mai capitato di vederne uno in cui si facesse riferimento alla dieta, al non mangiare carboidrati, all’essere considerate belle e di successo dopo aver perso dei kg e via discorrendo? Probabilmente si! 

Questi sono semplici esempi per mostrarti quanto siamo immersi e circondati da messaggi più o meno velati che appartengono alla cultura della dieta, la cosiddetta diet culture ossia quel sistema di credenze e pratiche legate al cibo, all’alimentazione e alla relazione col peso ed il corpo, in cui la magrezza è associata a valori morali e a significati come bellezza, successo e salute.

Questo per dirti che siamo così bombardati da messaggi del genere, dal non riuscire a leggere il contesto in cui viviamo in modo critico e funzionale; spesso ne siamo così condizionati da iniziare a fare scelte dettate dalla diet culture, senza rendercene conto e perdendo di vista ciò che davvero vogliamo.

Così, proprio come vuole la cultura della dieta, si inizia a rincorrere un’ideale di bellezza credendo che solo raggiungendo una certa magrezza si potrà finalmente essere felici, ed in realtà è proprio questa ricerca forsennata ad attivare emozioni e sentimenti negativi e frustranti, insieme al senso di colpa e ad una costante sensazione di insoddisfazione, perché tutto ciò che fai o raggiungi non sembra mai abbastanza.

Quindi iniziamo con il “mettere i puntini sulle i” sottolineando il vero significato della parola dieta:

esso deriva da greco dìaita e significa stile di vita, fa dunque riferimento ad un’alimentazione sana ed equilibrata, volta a soddisfare le esigenze fisiologiche dell’organismo ma anche gli aspetti psicologici e relazionali attraverso l’appagamento dei sensi, il rispetto delle tradizioni, ecc ecc.

Quindi se vuoi spezzare questo circolo vizioso in cui ti trovi da tempo, inizia con il dare il giusto nome alle cose.

Ora è arrivato il momento di parlare delle 3 cause per le quali le diete non funzionano

  1. RIGIDITÀ DELLE DIETE
  2. NON ASCOLTO DEI TUOI BISOGNI
  3. LOTTA CON IL CIBO

1. RIGIDITÀ DELLE DIETE

È inutile girarci intorno, molte diete sono davvero restrittive e pesanti da seguire. Anzi, sono proprio le rinunce associate a queste diete che portano, ad un certo punto, alla perdita di controllo con il cibo e alla scelta di mettere fine alla dieta; così si ricomincia a mangiare per recuperare tutto ciò che non hai potuto mangiare fino a quel punto, magari con molta più voracità perché ti sei resa conto che tutti i sacrifici fatti non ti hanno condotto al peso tanto desiderato.

Giorni, settimane, mesi di dieta in cui: “non posso mangiare la pasta, il pane solo una fetta al giorno, il dolce solo la domenica, insalata a volontà” oppure “assolutamente no ai carboidrati, al massimo le gallette, le patate no, la nutella te la sogni, i dolci no, la pizza non ci pensare neanche” ecc ecc.

Tutto questo per cosa? Per ritrovarti al punto di partenza, anzi per ritrovarti a stare peggio di quando eri partita, perché a parte i kg in più ti ritrovi qualcosa di ancora più pesante da gestire, ossia i pensieri negativi, le critiche e i giudizi nei tuoi confronti per aver fallito nuovamente.

E qui ti ricordo ancora: il problema non sei tu!

Partiamo da un presupposto importante: il rapporto con il cibo è equilibrato nel momento in cui ci sono scelte semplici, variegate e flessibili anche e soprattutto quando sei a dieta, anzi soprattutto quando sei a dieta, perché è il momento in cui dovresti acquisire delle nuove abitudini alimentari da portare avanti nel tempo, per sempre!

Invece, quando c’è l’attenzione al grammo, al conteggio ossessivo delle calorie, quando c’è il “terrore” verso alcune categorie di alimenti e la rigidità nelle scelte alimentari, la relazione con il cibo inizia a complicarsi.

Il mondo delle diete dimagranti è ampio e variegato, ne esistono di diversi tipi e se non ci si affida a dei veri professionisti, si può incorrere a degli effettivi pericoli per il proprio benessere psicofisico.

Ecco perché quando ti rendi conto che la dieta che stai seguendo è rigida, non sostenibile, non ti da possibilità e la libertà di scegliere, scappa!

Il problema non sei tu, ma è la dieta!

E ovviamente insieme a lei, il problema è formato da tutti coloro che ti fanno sentire sbagliata:

  • perché hai qualche kg in più (o in meno),
  • perché i carboidrati ti piacciono e vorresti mangiarli (e ti evidenzio che questo accade non perché sei un’ingorda ma semplicemente perché il tuo corpo ne ha bisogno, un reale e concreto bisogno),
  • perché hai sgarrato alla dieta (termine, che come ripeto spesso nel mio blog e sul mio profilo instagram, è uno dei termini più sbagliati da usare nel mondo del comportamento alimentare) ecc.

Inoltre, le diete in cui puoi incappare sono tante, oserei dire infinte, quindi ti consiglio di tenere gli occhi aperti su:

  • LE DIETE ESTREMAMENTE PRESCRITTIVE: mi riferisco a quelle diete nelle quali ti viene detto in modo rigido cosa mangiare e non mangiare, quando e quanto mangiarlo, viene assegnato un regime alimentare (anzi spesso viene imposto, perché alcuni piani alimentari non tengono conto di gusti e preferenze); solitamente viene concessa una giornata con pasti “liberi” e già questa parola fa supporre che nelle giornate precedenti liberi non si è. Ti immagini una vita così?
  • LE DIETE FAI DA TE: sono quelle diete “fatte in casa” che in genere si basano su una semplice regola, ossia <<devo mangiare poco perché devo dimagrire>> ed ecco che magari si inizia prima a ridurre delle quantità, poi si prova a saltare i pasti per poi continuare su una strada di restrizioni e divieti, tutto ciò creando non pochi danni a mente e corpo. Fanno parte di questa categoria anche le diete dell’amica, della cognata o della sorella della suocera della zia (ti sei persa eh!), che ha funzionato e le ha fatto perdere 10 kg in due settimane, ma in realtà non sai se effettivamente è così, se la dieta è stata seguita alla lettera o ha addirittura ridotto le quantità, se poi ha ripreso peso o ha complicato il suo comportamento alimentare.
  • LE DIETE ALLA MODA: qui potremmo scrivere un libro intero, ma vi cito solo alcune delle diete che ultimamente stanno spopolando, come per esempio quella Chetogenica (che deve essere assegnata solo da professionisti e con cognizione di causa), quella Paleo (Paleolitica) o il Digiuno intermittente; nelle prime due vengono eliminate categorie intere di alimenti, che portano a conseguenze davvero pesanti da gestire a livello psico-fisico. Il digiuno intermittente, invece, prevede un periodo di tempo di digiuno che può andare dalle 12 alle 40 ore, ci sono diverse varianti, ma il concetto è quello di passare un tot di ore senza assumere calorie.

Questa cosa devo dirtela: molti studi dimostrano come “le diete troppo restrittive o sbilanciate sono responsabili di ossessioni sul cibo e dei comportamenti alimentari disfunzionali” conducendo anche a veri e propri disturbi alimentari. Probabilmente ciò lo stai passando sulla tua pelle!

Passiamo al prossimo punto.

2. NON ASCOLTO DEI TUOI BISOGNI

Un’altra delle cause per cui le diete non funzionano è che c’è qualcun altro che definisce cosa e quanto mangiare in maniera standardizzata, considerando tutti i giorni uguali tra loro.

Ricordo che mangiare, oltre che essere un comportamento piacevole, ha anche e soprattutto una funzione fondamentale, ossia: quella di fornire il nutrimento necessario per ricaricarci.

Durante una giornata consumiamo energia già solo vivendo e svolgendo le funzioni di base, come respirare, digerire (metabolismo basale); in più facciamo tante cose come alzarci, prepararci, cucinare i nostri pasti, studiare, lavorare, cercare lavoro, fare movimento, badare ai figli, fare la spesa e via dicendo; magari altri giorni invece siamo più sedentari o meno attivi; e ovviamente tutto questo può variare il bisogno quantitativo di introito calorico, semplicemente perché è variato il consumo calorico (energetico).

Quindi non puoi avere tutti giorni gli stessi livelli di fame, gli stessi bisogni o anche lo stesso stato emotivo; eh si, dobbiamo considerare anche le emozioni perché queste influiscono sulla fame emotiva.

Ecco perché è importante che tu ti connetta con i tuoi bisogni, imparando ad ascoltare i segnali che ti invia il tuo corpo, oltre alla tua mente, riconoscendo i segnali di fame-sazietà, considerando effettivamente quanto ti senti scarica o meno, come ti senti emotivamente, e quindi se la voglia di qualcosa in particolare è per soddisfare un bisogno più prettamente fisico o emotivo (il ché non è sbagliato a prescindere!)

Sei tu la persona più affidabile rispetto alla lettura dei tuoi bisogni, anche se adesso non ci credi, anche se magari sono tanti anni che non sei più in grado di ascoltarti; puoi riprendere l’allenamento, perché tutti noi nasciamo con questa competenza e la portiamo avanti per qualche anno, alcuni anche per sempre.

Molti altri invece vengono confusi dai segnali e fattori esterni come: la mamma che ti dice di finire il piatto, la nonna che ti promette un gelato se ti comporti bene, la maestra che ti regala una caramella se smetti di piangere ecc ecc; e così impari che devi finire necessariamente tutto ciò che hai nel piatto, che il cibo può essere un premio o anche consolatorio e così via. Così questa capacità viene dimenticata.

Ma ricorda che quando una competenza è innata può andare nel dimenticatoio, ma non può essere cancellata!

2. LOTTA CON IL CIBO

Il rapporto con il cibo non può essere un continuo OUT- OUT, BIANCO O NERO, TUTTO O NULLA, anche se con alcune diete hai imparato così, perché è proprio questo un altro dei motivi per i quali le diete non funzionano a lungo termine.

Ogni volta che ti vieti un cibo, ogni volta che provi a resistere a quel piatto magari proprio il tuo preferito, ogni volta che desideri un alimento e non te lo concedi perché “assolutamente è proibito” stai iniziando una lotta tra te ed il cibo. E ogni volta in questa lotta, a lungo andare, sei tu che perdi. Ecco perché è importante fare pace con il cibo.

Per fare questo in realtà basta portare l’attenzione al termine flessibilità.

Una dieta, dimagrante o meno, per poter funzionare ed essere portata avanti a lungo termine, deve avere come caratteristica principale la flessibilità, perché non si può pretendere da sé stessi di vivere una vita in cui si mangiano solo cibi concessi e si scappa da quelli proibiti.

Non esistono evidenze scientifiche in cui si parla di categorizzazioni degli alimenti in concessi-non concessi, ciò che conta è come vengono bilanciati e variati.

 Ciò che viene consigliato solitamente è di evitare gli eccessi. Ovviamente vi sto parlando di situazioni in cui le persone non presentano problematiche di salute particolari come diabete, celiachia, allergie alimentarci ecc. in questi casi il discorso è diverso e più ampio.

Se pensiamo anche alla Dieta Mediterranea, la dieta per eccellenza, è uno stile alimentare in cui non vengono vietati ed eliminati alimenti, presupposto invece presente in molte delle diete alla moda e restrittive citate sopra.

Nella Dieta Mediterranea sono inclusi tutti i nutrienti, all’interno di una piramide in cui alcuni alimenti vengono privilegiati nella frequenza rispetto ad altri.

Ricorda che sono proprio le restrizioni e i divieti a creare una maggiore desiderabilità di alcuni cibi, oltre che un rallentamento del metabolismo causato proprio da diete squilibrate e restrittive; questo è uno dei motivi principali per cui ad un certo punto si fatica a scendere di peso.

Se te lo concedi puoi rinunciarvi, se non te lo concedi diventa irrinunciabile

(G. Nardone)

Arriviamo quindi alle conclusioni.

Quelle che abbiamo visto fino ad ora sono solo alcune delle cause che concorrono al fallimento delle diete, ma spero ti siano già sufficienti per iniziare a mettere in discussione queste tipologie di diete dimagranti.

E spero anche, che leggendo questo articolo, per te sia più chiaro che se la dieta non funziona non sei tu il problema! È fondamentale affidarsi a dei professionisti che abbiano a cuore la salute ed il benessere psico-fisico dei pazienti e non solo la perdita di peso.

E ricorda che è sempre il momento giusto per cambiare e fare pace con il cibo!

Se vuoi una mano per raggiungere questo nuovo obiettivo, contattami!

Antonella Avena- Psicologa