Oggi basta un click e possiamo trovare qualsiasi informazione su quali siano gli alimenti giusti per non prendere il raffreddore, per avere una vita longeva, per ridurre la probabilità di ammalarsi di cancro, e via dicendo; fin qui non c’è problema perché stiamo utilizzando una vasta disponibilità di dati per migliorare il nostro stile di vita. Infatti, negli ultimi anni, sta crescendo sempre più l’attenzione verso i cibi sani, salutari, così come sono in aumento le persone che fanno uso di diete, come la dieta detox, con lo scopo di disintossicare l’organismo da quegli agenti contaminanti e nocivi per la nostra salute.
Quando però la ricerca per il sano diventa un’ossessione vuol dire che la rotta non è quella giusta e questa ricerca ossessiva potrebbe diventare una patologia: l’Ortoressia.
L’ortoressia è un disturbo caratterizzato dall’ossessione per i cibi biologicamente sani e puri (in genere vegetali crudi, cereali, cibi macrobiotici e sempre privi di sostanze artificiali come farmaci, pesticidi e additivi) che porta ad una dieta restrittiva causando gravi condizioni mediche, isolamento sociale e instabilità emotiva, nonostante lo scopo della persona ortoressica sia quello di raggiungere uno stato di salute ottimale.
Il termine Ortoressia deriva dal greco orthos – corretto e orexis – appetito, indicando quindi la “ricerca del cibo giusto”.
Questo disturbo non è presente nel DSM 5, il più recente Manuale Diagnostico dei disturbi mentali, tuttavia numerosi sono i dibattiti rispetto alla possibilità di inserirlo come patologia e tante le ricerche scientifiche che ne studiano i criteri diagnostici.
Le persone ortoressiche vivono con la costante preoccupazione per il cibo, dedicando molte ore della giornata alla ricerca degli alimenti giusti, allo studio delle proprietà nutritive, alla loro preparazione, eliminando categorie di alimenti che causano carenze nutrizionali compromettendo la salute fisica.
Chi soffre di ortoressia, inoltre, evita situazioni in cui deve mangiare fuori casa, si evitano le persone che non riescono a condividere le medesime regole alimentari, portando ad un vero e proprio isolamento sociale, impedendo al soggetto di avere rapporti equilibrati con il mondo esterno.
La rigida aderenza alla dieta dell’ortoressico è essenziale per il mantenimento della sua autostima. La trasgressione delle regole provoca nelle persone affette da questo disturbo ansia e vergogna, causando l’utilizzo di strategie compensatorie per ristabilire “l’equilibrio”, portando ad un’intensificazione delle regole. Si innesca così un circolo vizioso che può portare gli ortoressici a preferire il digiuno piuttosto che assumere cibi considerati impuri o pericolosi per la propria salute, rischiando la morte.
La distinzione fondamentale tra l’ortoressia e gli altri disturbi del comportamento alimentare consiste nel focus di attenzione e preoccupazione:
- nei DCA l’attenzione è rivolta alla QUANTITA’ di cibo;
- nell’Ortoressia l’attenzione è rivolta alla QUALITA’ del cibo.
Quindi la persona ortoressica:
- non mangia per piacere, ma solo per raggiungere uno stato di salute “ideale”;
- non dà importanza al sapore o all’odore del cibo, ma solo alla sua “purezza”;
- la sua ossessione porta alla perdita delle relazioni sociali e ad insoddisfazioni affettive che, a loro volta, favoriscono la preoccupazione per il cibo;
- ogni trasgressione delle regole viene vissuta come un fallimento.
Il filo che divide lo stile di vita sano da un disturbo è molto sottile, per questo bisogna stare attenti a non cadere nel tranello delle classificazione dei “cibi buoni” e dei “cibi cattivi”, andare alla ricerca del proprio equilibrio e, nel caso di questo disturbo, lavorare distogliendo l’attenzione dal cibo.